AEB contro la violenza sulle donne – 25 novembre 2022

Oggi 25 novembre si festeggia la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne per ricordare tutte le donne vittime di violenza, dove per violenza si intendono tutte le forme con cui si esprime. Questo per non dimenticare il passato, fatto di eventi che hanno lasciato il segno, e per non lasciar sole le vittime con i loro ricordi.

La condivisione delle loro storie è un prezioso contributo per la cultura del rispetto.

Un rispetto che vada oltre le differenze di genere, di razza, di orientamento poiché la violenza è da rifiutare in tutte le sue forme.

Nelle forme di violenza la libertà e la serenità di una persona viene limitata e oltraggiata dal volere e dal potere dell’aggressore. Il nucleo centrale è il concetto di potere. La violenza è un atto di potere che non sempre vede l’utilizzo della forza fisica o delle minacce, ma può essere velata, come nel caso in cui l’autore  utilizzi la propria età, fisicità, status sociale ed economico per agire sulla vittima. Nello specifico si definisce violenza sessuale qualsiasi attività sessuale con una persona che non voglia. E’ una violenza sessuale lo stupro, anche se l’autore è il partner, qualsiasi contatto sessuale indesiderato, l’esposizione non gradita di un corpo nudo, l’esibizionismo e il voyeurismo, l’abuso, l’incesto, la molestia sessuale.

Nello specifico, nelle molestie si fa riferimento ad ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale, fisici, verbali e non verbali, che offendono la dignità della vittima nell’ambiente domestico, di studio e di lavoro. Sono esempi le richieste implicite o esplicite di prestazioni sessuali offensive o non gradite, l’esposizione di materiale pornografico, adozione di criteri sessisti nello stabilire le relazioni, contatti fisici indesiderati, commenti offensivi sull’orientamento sessuale.

Nello stupro invece l’elemento centrale è il consenso perché si riferisce a un atto sessuale completo non consensuale. Il consenso è assente oppure ottenuto con l’utilizzo della forza fisica, della coercizione, dell’inganno o delle minacce. La vittima potrebbe anche essere incapace di intendere oppure non essere cosciente per uso volontario o involontario di sostanze stupefacenti.

In ultimo, nell’abuso sessuale l’elemento centrale è il contatto perché per abuso sessuale si intende ogni tipo di contatto sessuale non consensuale.

Queste dinamiche si verificano non solo in ambito domestico, ma anche in ambito lavorativo e professionale, dove spesso le vittime per paura di ritorsioni sul posto di lavoro, si chiudono nel loro silenzio per non perdere ciò per cui hanno lavorato e lottato. Spesso le donne si ritrovano a lavorare in ambienti con dinamiche di competizione negativa, provando esperienze di esclusione e di emarginazione, dove la loro parola e la loro opinione molte volte è la meno ascoltata. Dove la loro educazione spesso è anche fraintesa.

Sono molestie le promesse di agevolazioni e privilegi oppure di avanzamenti di carriera in cambio di prestazioni sessuali come lo sono anche le minacce e le ritorsioni in seguito al rifiuto di prestazioni sessuali. Sono molestie anche gli apprezzamenti verbali sul corpo e sul modo di vestire.

La cultura del rispetto riguarda ogni età, ogni luogo e ogni professione affinché ogni ambiente ed ogni contesto sia libero dalla paura e dalla sofferenza. È una cultura da diffondere nel mondo della scuola perché i bambini di ora saranno le persone di domani. È una cultura da diffondere nel mondo del lavoro, nelle politiche aziendali, nei rapporti tra superiori e colleghi affinché ogni persona si senta libera di esprimere il proprio pensiero senza paura.

Solo il rispetto farà scomparire il termine “violenza”.

Articolo scritto dalla Dott.ssa Giovanna Giarrusso